Per tutti i tipi e per tutti i colli. A tinta unita o a fantasia. Larghe o strette, lunghe o corte. Ma tutti le abbiamo indossate almeno una volta nella nostra vita. Beh, lo avrete sicuramente capito: sto parlando delle cravatte, molto più di un accessorio o un vezzo. Una icona di stile, adatta a tutte le occasioni.
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La storia
Chi l’avrebbe mai detto? La cravatta nasce in ambiente militare. Additirittura al tempo dei romani. Secondo le ricostruzioni storiche i legionari indossavano un foulard. Ma non era una scelta stilistica, quanto un rimedio medico. Questa fascia di tessuto proteggeva le vie respiratorie dei soldati dalle nubi di polvere che si alzavano durante le marce. Anche la parola cravatta ha origini “belliche”.
Durante la guerra dei Trent’anni comparvero sul campo di battaglia i mercenari croati con dei particolari foulard. I francesi notarono quel dettaglio e lo importarono nel proprio paese. La voce “cravatta”nacque, quindi, dalla contaminazione tra il croato hrvati e il francese croates: entrambe significavano “croati“. Negli anni successivi l’accessorio divenne una moda e si difuse in tutta Europa e nel nuovo mondo. In un primo momento le cravatte erano legate con delle stringhe, poi prevalse la pratica del nodo.
Il nodo
Alzi la mano, pardon, il mouse, chi non sa farlo! Beh, è una delle cose più complicate. Esistono tanti tutorial sul web e altrettanti nodi per cravatte. Ecco una piccola lista dei modelli:
- Nodo con lo spacco
- Tiro a quattro (Four-in-hand)
- St. Andrew
- Windsor
- Onassis
Nodo con lo spacco
Parto dal primo perché tipico della sartoria napoletana. Prende il nome proprio dal piccolo avvallamento al di sotto del nodo stesso. Beh, se provate a cercarlo su Google non lo troverete, talmente è ancorato alla tradizione. In definitiva questa soluzione lascia una certa libertà al collo e dona sollievo nelle giornate estive.
Tiro a quattro
Gli inglesi lo chiamano Four in Hand come il famoso club londinese. E’ sicuramente più famoso di tutti. Si realizza con 4 passaggi e il risultato finale è un nodo piccolo, asimmetrico e leggermente stretto. Diciamo più adatto alle occasioni informali che ad eventi esclusivi.
St. Andrews
Più raro, ma anche più elegante rispetto al precedente. Per ottenere il nodo di Sant’Andrea dovrete compiere ben 7 passaggi e comincerete indossando la cravatta al rovescio, cioè con la cucitura in bella mostra nella parte superiore. Il risultato finale? Un nodo piccolo, stretto, non asimmetrico e con la cravatta che si sporge dal colletto.
Windsor
Beh, lo avrete intuito. E’ tipicamente inglese ed è un omaggio al duca Edoardo di Windsor. Doveva diventare re, ma poi abdicò per sposare una donna divorziata negli anni ’30. Se avete visto il film il discorso del Re, lo ricorderete come un tipo antipatico, ma anche dallo stile raffinato. La sua abitudine a sfoggiare grandi nodi alle cravatte diede origine al “Windsor”. Per realizzarlo occorrono circa 8 operazioni, al termine delle quali avrete un nodo elegante, grande e triangolare Due piccoli consigli: è adatto sulle cravatte larghe e nelle occasioni formali
Onassis
Beh, sembra tutto tranne che un nodo. Al massimo una sciarpa o un foulard. Sarebbe opportuno stringere la parte superiore con una pinzetta o una clip. A dargli il nome fu Aristotele Onassis, ricco armatore, playboy e influencer degli anni’60. Anche qui c’è un codice non scritto da rispettare: si osa il nodo Onassis solo con cravatte larghe e nelle circostanze informali.
Il tessuto delle cravatte sartoriali
Già qual è? In realtà le soluzioni sono molteplici. Per esempio anche il cuoio. Ma se non recitate in un western o non avete in programma un viaggio in Texas a breve, ve lo sconsiglierei. Secondo me due sono le alternative per una cravatta sartoriale adatta a un uomo elegante:
- Seta
- Raso
La seta è un materiale pregiato. E’ il tessuto classico e per eccellenza delle cravatte. Attenzione seta pura al 100%, non con l’aggiunta di poliestere. In questo caso sciagurato la lucentezza sarà fin troppa. Esiste tutta una serie di test per valutare la qualità della merce. Un esempio? Beh, se la vista a volte inganna, il tatto no. Solitamente lascio scorrere tra le dita il tessuto, se mi accorgo che si impiglia agli angoli delle dita o alla minima increspatura della pelle, ho la certezza di tastare seta pura. In caso contrario, la qualità è inferiore.
La caratteristica principale della cravatta in raso è la lucentezza. Questo impone dei limiti ben definiti. In particolare puoi indossarla solo in determinate occasioni, in pratica in quelle più speciali. Beh, tipo il matrimonio. Una bella cravatta sartoriale per un evento unico è proprio l’ideale.
Infine merita una menzione anche la cravatta in maglia traforata. Beh, forse ti starai chiedendo quando metterla? Beh, dimentica il giorno del tuo sì. Un modello del genere ha un suo codice. E’ l’ideale in inverno perché tiene al caldo il collo ed è perfetto per dare un tocco di stile a un look casual.
Tipi di cravatte
Modelli ovvero fantasie. Anche qui la scelta varia a seconda della tua sensibilità estetica. Tuttavia queste sono le tipologie prinicipali:
- Tinta unita
- Regimental
- Pois
Tinta unita
Qui non sbagli mai. La tinta unita è un classico e si sposa ad ogni contesto e forma: svago, lavoro, festa e persino matrimonio. Una sola grande certezza: non può assolutamente mancare nel tuo armadio. E’ una sorta di salvagente del tuo look.
Regimental
Il modello a righe oblique, ma con un preciso codice estetico. Insomma, non tutte le cravatte a righe sono regimental. Anzi, ognuna di queste si distingue in base al numero e alla tipologia della riga. Le titan ne presentano solo una sotto il nodo, invece le mogador alternano una linea stretta tra due più larghe, mentre quelle a nastro le dispongono a intervalli regolari. Senza dimenticare le araldiche in righe orizzontali e verticali e le ambrate con sfumature di colore diverso.
Pois
Sono un tocco di stile per gli uomini eleganti e anche un po’ estrosi. Bob Dylan li amava per le sue camicie e Winston Churchill li sfoggiava sul papillon. Anche le cravatte a pois hanno tanti estimatori sia tra i vip sia tra i comuni mortali. Sono perfette per completi monocolore in quanto ne addolciscono la rigidità cromatica. Ah, se siete particolarmente estrosi, potreste abbinarle che con camicie a righe per creare un contrasto geometrico. Ma occhio alla scelta dei colori. Devono essere abbinati.
Le cravatte di Luca Verdicchio
Beh, se siete arrivati a leggere fin qui, siete pronti per vedere alcune cravatte che ho realizzato. Questa volta cedo la parola alle immagini e vi ricordo che per prenotare la tua cravatta, puoi cliccare qui. Ci vediamo alla prossima puntata!
1 commento
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