In un guardaroba ci sono tante cose che non possono mancare. Una di queste è la giacca Sahariana. E’ un capo di abbigliamento eclettico, leggero, sportivo, ma al tempo stesso anche elegante. In pratica è uno dei pochi a riunire intorno a sé caratteristiche così distanti tra loro. La stagione ideale per indossarlo? Estiva, ma anche autunnale. Ma come nasce la Sahariana? Come è fatta? Chi dovrebbe indossarla? Risponderò a tutte le curiosità in questo piccolo approfondimento.
La storia
La Sahariana ha origini maschili, ma negli anni ha saputo ritagliarsi uno spazio consistente anche nel mondo femminile. Nasce nella seconda metà del XIX secolo in piena epoca coloniale, quando le grandi potenze europee si lanciano alla conquista del “posto al sole”. Ad aprire danze nel “grande gioco” è l’Inghilterra vittoriana. Da Il Cairo a Città del Capo, da Bombay a Calcutta sventola la Union Jack. Ma il clima nei nuovi territori dell’Impero è molto diverso dall’Inghilterra insulare. Niente nebbia o pioggerellina. In compenso tanto caldo tropicale.
Dal momento che il sole picchia forte e le temperature sono alte, l’esercito comincia ad adoperare una nuova divisa, più leggera e più adatta alle condizioni atmosferiche. Ma ben presto la divisa militare invade il campo e finisce per rivestire sia l’amministrazione civile sia i coloni inglesi. Proprio questi ultimi si adattano al mutato stile di vita e scoprono nuovi hobby: i safari nel continente nero e l’esplorazione a dorso d’elefante in India si affiancano al Whist e al Backgammon e impongono un cambio di abbigliamento.
Le caratteristiche
Com’è fatta la Sahariana? Parto dai tessuti. I più utilizzati sono il lino e il cotone per via della leggerezza. Ma oltre a questo ci sono altri segni particolari che la distinguono: la lunghezza fino e oltre ai fianchi, le ampie tasche (da 2 a 4) e la cintura all’altezza della vita, proprio per la sua origine “militare”.
I colori sono tradizionalmente tenui: caki, marrone e beige, ma esistono anche altre varianti cromatiche. Stesso discorso per gli altri particolari: il polsino può essere a camicia oppure liscio, mentre il numero dei bottoni è variabile: da un minimo di 4 a un massimo di 5.
I testimonial
Prima ancora degli spot e dei social, il più grande influencer della Sahariana è stato uno scrittore americano: Ernest Hemingway. L’autore de “Il vecchio e il mare” e “Per chi suona la campana”fu un grande testimonial di questo prodotto. Non a caso una delle foto più famose lo immortala con la Sahariana indosso durante un safari in Kenya negli anni’50. Hemingway amava questa giacca che acquistava da Abercrombie&Fitch, uno dei più grandi negozi di abbigliamento sportivo della Grande Mela. Ah, la sua Sahariana aveva una particolarità:una tasca in più per riporre gli occhiali.
Hemingway non è stato l’unico testimonial. Sempre in quegli anni, Clark Gable la indossò nel film Mogambo del 1953. Diviso tra Ava Gardner e Grace Kelly, bionda e mora, alla fine il divo di Hollywood sembra scegliere la sua Sahariana, dalla quale non si separa mai in tutta la pellicola. Quando si dice: tra i due litiganti il terzo gode. In tempi più recenti, anche l’agente segreto più famoso di sua maestà ha “sponsorizzato” questa giacca. Nel film ” La spia che mi amava”, Roger Moore, nome in codice 007- James Bond, la indossa durante le scene “sahariane” ambientate in Egitto. Da apprezzare le grandi tasche: ideali per nascondere i gadget ultratecnologici.
Settling down on the sofa for a Sunday afternoon viewing of Mogambo. Ava and Grace in one great movie. pic.twitter.com/tVF5mevuWf
— hev_star (@hev_star) 22 marzo 2015
Yves Sain Laurent
Sfato subito un mito. La Sahariana non è per soli uomini. Parola di Yves Saint Laurent. Lo stilista francese è stato un grande innovatore dell’alta moda: ha traslocato il guardaroba maschile nella cabina armadio della donna. Il creatore della maison YSL amava questa giacca e la indossava spesso. Ma non è stato questo il suo grande merito. Ha avuto l’intuizione di adattare la sahariana sulle morbide linee femminili sia per assegnare un tocco di grazia al capo, sia per assecondare il desiderio di emancipazione delle donne.
Influenciado por su infancia en Orán y su vínculo con África, en 1967 #YvesSaintLaurent diseñó uno de sus hitos: la sahariana. #fashion #YSL pic.twitter.com/vf7aVpcowu
— Código Malva (@codigo_malva) 17 agosto 2017
Del resto era il 1968, un anno di grandi tensioni ideali e di rottura ideologica con il passato. La fantasia al potere: così si gridava nei cortei della contestazione. Ma a volte la fantasia ha le sembianze dell’innovazione: non si crea dal nulla, ma si migliora ciò che già esiste. Vale per la società, ma anche per la moda. Infine un’altra piccola curiosità: il brand francese ha lanciato nel 2011 un profumo ispirato al suo capo di abbigliamento più famoso. Il nome? Saharienne, ovviamente.
La Sahariana sartoriale
Anche io ho realizzato un giacca sahariana sartoriale, anche se ho cercato di rompere un po’ gli schemi tradizionali, in particolare il dogma della cintura in vita sostituita da una martingala che da elemento formale diventa strutturale in un gioco di cuciture. Ma non è la sola differenza: ho modificato anche il numero di bottoni, 3 “in corno inglese” al posto dei canonici 4-5, mentre le pieghe donano volume e liberano il corpo dagli ingombri. Ho scelto anche 3 varianti cromatiche: marrone, grigio e verde.
Non siamo più in epoca coloniale e quindi alcune caratteristiche della Sahariana sono un po’ demodè. Per questo motivo ho pensato di recuperare la storicità di questa giacca per adattarla ai tempi nostri. In una città italiana o europea non ci sono gli spazi della Savana, ma spesso i ritmi della società contemporanea trasformano la vita in un safari metropolitano. C’è bisogno di comodità, senza rinunciare, però, allo stile e a un tocco di charme.
2 commenti
Grazie Luca!!
Articolo interessante e prezioso
Grazie Eleonora! Se ti va, puoi seguirmi su instagram: https://www.instagram.com/lucaverdicchionapoli/
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Un saluto e a presto.