Tutto nasce dalla solita domanda che mi hanno fatto spesso: come si sceglie un abito sartoriale? Svelo subito una cosa: non si tratta di un decisione estemporanea. Ma è frutto di un percorso in cui si convivono filosofia e utilità, geografia e storia, estetica e pratica. L’ultima parola spetta sempre al cliente, a me tocca solo guidarlo nel percorso. Sei pronto? Sta per iniziare il viaggio.
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Quando indossare l’abito su misura
Una volta i gentiluomini della Napoli bene si recavano nelle sartorie storiche ad ogni cambio di stagione. Oggi, i ritmi hanno strangolato i tempi e il vestito “cucito addosso” è diventato sempre più stretto per la routine quotidiana. Eppure, la sartoria tradizionale resiste. Perché ci sono ancora persone che amano indossare qualcosa di unico, cioè che è stato pensato e prodotto esclusivamente per loro. Insomma, questo tipo di abito si rifà al concetto di eleganza personalizzata, lontana anni luce dall’anonimo vestito pret-a porter. E’ distinzione, buongusto e rifiuto dell’omologazione.
Ma questo è il punto di arrivo del percorso. L’inizio è altrove, nella materia. E per materia intendo il tessuto con cui costruire l’abito sartoriale. La scelta non deve essere mai causale, ma sempre ponderata. Non solo lo spirito parla, anche la materia comunica, soprattutto al prossimo: che sia un amico, un parente, un collega o un superiore. Quando entri in una sartoria partenopea puoi anche non conoscere i nomi di tutti i tessuti. Ma devi aver ben presente una cosa: per quale occasione lo indosserai? Matrimonio? Party esclusivo? Serata di gala? Cena di lavoro? Oppure altro ancora? Beh, non dimenticarti che questa è una scelta cruciale. Solo così potrò guidarti nella selezione.
La scelta del tessuto: a tinta unita o a fantasia?
La sartoria artigianale ha un grande pregio: è indifferente alle stagioni. Altrove non è così. Difficilmente troverai un cappotto a Ferragosto in un outlet, o una camicia di lino a dicembre. Nella sartoria tradizionale invece potrai ordinare anche capi su misura fuori stagione. Quindi hai libertà assoluta. Bello, no? Dopo tutto sei lo stilista di te stesso. E pertanto tocca a te scegliere il tessuto. Prima, però, prenditi un po’ di tempo e assicurati che sia una giornata soleggiata. Non lo sapevi? Il clima mite mette di buonumore. Chi mai farebbe una scelta così importante in fretta e furia mentre fuori diluvia? Sei pronto? Bene. Ora puoi iniziare. Le alternative non mancano. Anzi, sono quasi infinite.
Materia a parte, la prima divaricazione riguarda l’aspetto visivo: stoffa a tinta unita o fantasia? Bel dilemma! Tra le prime vincono il blu e il blu scuro nei contesti serali e invernali, il grigio per il giorno. Ma nei mesi freddi, non trascurare tonalità più specifiche come il “Terra di Siena”, un nuance di marrone molto particolare. Certo, non è facilissimo abbinarlo, sopratutto se hai in mente uno spezzato, piuttosto che un completo. Ma su questo non ti preoccupare, sarà mia cura evitarti scivoloni stilistici, oltre a offrirti altre soluzioni cromatiche.
Tra i tessuti fantasia per abiti da uomo negli ultimi tempi prevalgono gli effetti minimal. Cioè i micro-effetti con piccole decorazioni, per lo più quadratini, mentre le righe sono circoscritte principalmente alle grandi personalità della finanza. Ma attenzione a non trascurare la texture Principe di Galles. E’ un ottimo compromesso tra rigore e versatilità.
Ma se verrai a trovarmi potrai toccare con mano tutte le tipologie di tessuti. Toccare con mano: in questo caso non è un modo di dire o scrivere. A me piace che il cliente tasti il tessuto per rendersi conto della sua qualità.
Monopetto o doppiopetto?
Classico o sofisticato? Giacca monopetto o doppiopetto? Beh, anche qui c’è una scelta da fare. Del resto la differenza tra una giacca monopetto o doppiopetto è fondamentale per procedere al suo confezionamento. La prima non può mancare nel tuo guardaroba ed è molto versatile. Si adatta un po’ a tutti i contesti: dall’ufficio al tempo libero e non fa discriminazioni anagrafiche perché la può indossare sia un teenager, sia un uomo maturo. Ovviamente i modelli variano: alcune sono più moderne, altre rispecchiano uno stile più tradizionale.
Il doppiopetto ha avuto una vita altalenante. In certi periodi è stato sinonimo dell’eleganza, in altri è stato condannato all’esilio. Alcune teorie lo fanno risalire addirittura alle divise ussare del ‘600. Sicuramente, la sua età dell’oro è stata negli anni ’30-’40, anche grazie a Edoardo, duca di Windsor, per poi conoscere un’epoca di oblio nel secondo dopoguerra. Soltanto negli opulenti anni ’80 e ’90 c’è stato un forte ritorno della giacca doppiopetto. Negli ultimi tempi, questo modello è stato modificato per adeguarsi alle nuove mode, in particolare con reverse ampi, linee e lunghezze rivisitate per uno stile dandy e meno “impegnato”. Senza dimenticare il numero variabile dei bottoni. Ma questo punto lo illustro nel paragrafo successivo.
I bottoni
Non è un particolare di poco conto, anzi. Anche il bottone ha il suo significato preciso in un abito (ma anche in un cappotto). Non è solo un “perno” che unisce due pezzi di tessuto, ma è molto più. Per me è come portare un distintivo che presuppone una scelta di stile. Quanti bottoni deve avere la tua giacca? Beh, dipende molto da modello: lo smoking ha un solo bottone, mentre gli altri più classici ne hanno solitamente due e il doppiopetto 4 0 6 disposti simmetricamente. Ma non sempre è un obbligo. Per esempio la Sahariana dovrebbe averne due, ma io ho realizzato un modello a 3.
Esistono bottoni particolari e altri più tradizionali, colorati o meno. In generale sono realizzati in madreperla o corozo, ma anche in metallo. Se non sai come scegliere i bottoni della tua giacca, puoi schiarirti le idee con questo piccolo elenco diviso per tipologia di materiale:
- corozo
- madreperla
- corno
- galalite
Il corozo è una pianta vegetale del Sud America, precisamente Ecuador. E’ anche chiamato avorio vegetale per il suo colore biancastro. I bottoni di corozo sono molto utilizzati per le giacche sartoriali.
La madreperla è legata all’ambiente marino e si trova nelle conchiglie. Esistono tante varietà, la più nota è l’agoya, molto sottile e dal colore grigio chiaro. La variante bianca si chiama trocas, ha origini indiane, dimensioni ridotte ed è molto utilizzata nel processo di confezione delle camicie.
Il bottone in corno animale è il più raffinato. Presenta gradazioni cromatiche (biondo, marrone, nero), finiture e venature particolarmente suggestive. Nella mia attività lo utilizzo spesso perché dona alla giacca un carattere molto elegante. I più pregiati sono i bottoni in corno inglese.
Imitazione, candore e lucentezza. La galalite nasce in tempi relativamente recenti (1897) dall’incontro tra la caseina (una proteina del latte) e la formaldeide. L’unione di questi due “elementi” genera il bottone in galalite. Sono due le sue caratteristiche principali: la prima è la porosità che declina nell’ecletticità, cioè la galalite può essere personalizzata con vernici di colore differenti. L’altra è la lucentezza che dona un riflesso molto suggestivo a tutto il capo.
Le due prove
Quante volte è necessario recarsi in sartoria prima di ritirare il capo? Tre è il numero perfetto, in tutti i sensi. Il primo incontro riguarda tutti i passaggi che ho indicato nei paragrafi precedenti, oltre alla presa delle misure. In questo momento le modifiche sono solo nella mia testa e le trasferisco sul cartamodello. Gli altri due appuntamenti, invece, sono dedicati alle prove abito. D’accordo nella società attuale, manca sempre il tempo, ma ti assicuro che ne vale la pena e non ti annoierai. E poi si tratta di una antica tradizione tutta partenopea.
A Napoli c’è un modo molto diretto per definire la prima misura: “a prova do sarto“. Perché in questa prima fase il vestito è in una forma grezza, l’imbastitura oscura il modello definitivo che hai in testa. Dopo segno le correzioni e le modifiche stilistiche che mi suggerisci, le aggiungo al cartamodello per poi disfare il vestito. Successivamente arriva la seconda prova che ha un impatto sensoriale maggiore. Idea e materia sono unite e puoi già renderti conto di come sarà il tuo abito. Dopo gli ultimi ritocchi, è tutto pronto per la consegna al terzo appuntamento. Il risultato finale?Avrai un vestito costruito sulla tua persona, che valorizza la tua figura e si adegua al tuo stile.
Qui finisce il viaggio nella scelta dell’abito sartoriale. Se vuoi iniziare questo percorso, non devi far altro che cliccare qui per prenotare senza impegno il primo appuntamento. Ti aspetto.